SLA – Stereolitografia

Le origini

L’inventore della stereolitografia, Charles Hull, è considerato come il padre fondatore della stampa 3D che brevettò nel 1984. Meglio conosciuta come SLA, la stereolitografia utilizza un processo di fotopolimerizzazione per riprodurre oggetti da un modello 3D digitale. Questa tecnologia utilizza materiali liquidi quali la resina acrilata, epossidica o simil-ABS.

Le caratteristiche

Come per l’SLS, permette di ottenere oggetti di elevata qualità di qualsiasi dimensione e complessità. Questo processo di stampa 3D è uno dei migliori dal punto di vista qualitativo del mercato. Questa tecnica è indirizzata ai professionisti ma sta aprendo al grande pubblico. La stereolitografia è ottima per la prototipazione rapida di buona qualità.
Tuttavia, nonostante l’alta risoluzione, l’oggetto riprodotto è fragile e translucido. Al termine della stampa, è fortemente raccomandato asciugare il pezzo in un forno che lo rende più solido ma potrebbe subire delle deformazioni. Come per l’FDM, le parti sospese necessitano di supporti che vanno rimossi al termine della stampa 3D.

Come funziona ?

Un raggio laser ultravioletto, sulla base dei dati del file CAD caricato nella macchina, analizza e trasforma la materia liquida (colpendola) in materia rigida, strato dopo strato. Lo strato solido viene quindi abbassato per passare alla riproduzione dello strato successivo. Strato dopo strato, il processo termina fino all’ottenimento del modello digitale desiderato.
Questa tecnologia di stampa 3D è disponibile per le stampanti 3D desktop. Oggigiorno i materiali sono limitati alle resine ma di recente sono uscite allo scoperto nuove varietà di materiali che offrono maggiore resistenza o flessibilità.
La SLA è molto utilizzata nella prototipazione ma molto poco per i prodotti finiti.

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